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martedì 28 giugno 2011

UN SALUTO "CALOROSO"...

Nel consiglio comunale del 22 giugno 2011 la dott.ssa Conti, Segretario Capo, si è congedata dall'incarico (in scadenza il 30 giugno e non rinnovato) leggendo e allegando agli atti una dichiarazione a dir poco critica nei confronti dell'amministrazione Catenaro.
La riportiamo integralmente:

Ritengo doveroso rivolgere il mio saluto ai consiglieri comunali e a tutto il personale del Comune di San Vito Chietino per avermi accolto in questa sede.
Quattro anni poco più di lavoro sono sicuramente non sufficienti perchè ad un funzionario sia consentita una profonda conoscenza della realtà in cui opera, ma nel mio caso specifico, sono stati sufficienti per comprendere certamente la variegata realtà sociale ed amministrativa che si muoveva intorno a me.
E' questa una Realtà cittadina dalle mille sfaccettature e dalle mille potenzialità che potranno essere ben sfruttate, potenziate ed indirizzate al miglior benessere della Collettività, solo ed esclusivamente attraverso azioni capillarmente programmate, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti.
La costante e rapida evoluzione delle leggi cui assistiamo da tanti anni, indice dei cambiamenti degli Enti Locali, che col federalismo avranno un ruolo sempre più centrale nel dettare le proprie regole, non consente approssimativismi dettati talvolta dalle incompetenze ed inesperienze, talvolta da interessi personali, che cercano di risolvere le diverse problematiche solo attraverso una mera azione che viene definita "politica" eppure non inquadrata in un ampio sisterna di relazioni; azioni dettate talvolta altrove e per ciò stesse senza che nascano da una compiuta analisi e quindi effettiva consapevolezza dei reali bisogni di una Collettività, ma soprattutto degli attuali bisogni di una Collettività riferiti nel tempo in cui si agisce.
1) L'individuazione delle scelte
2) la concertazione delle forze politiche in campo
3) la condivisione collegiale, nel rispetto delle diversità ideologiche e dei ruoli
4) la realizzazione dello scopo finale
sono e resteranno sempre dei momenti imprescindibili di ogni azione amministrativa, in cui l’elemento tecnico si atteggia a semplice e definitiva chiusura provvedimentale di un programma, attraverso l’elemento della partecipazione.
Niente e più disastroso per una Collettività che costruire qualcosa di immenso, assolutamente perfetto, ma inefficiente, quindi inutile.
Mio malgrado, ho dovuto constatare che molti sono gli elementi di una Pubblica Amministrazione ancora in fase di elaborazione e torno ad invitare l’Amministrazione Comunale (come ho fatto fin dal mio primo giorno di servizio) a fare propri quegli elementi che distinguono una PA da una semplice e talvolta disordinata gestione di “cosa pubblica": individuazione, scelta, concertazione, condivisione con il cittadino, che è il destinatario di ogni "azione", tecnicismo, risultato.
"Risultato" - possibilmente inserito in un contesto di ampio respiro - che rappresenti esso stesso "risultato" e "fondamento" per il prossimo sviluppo.
Se tutto questo si ritiene che possa essere realizzato attraverso altre forme organizzative dell’Ufficio di Segreteria, laddove si ritiene di non prorogare per la fine del mandato amministrativo di un Sindaco, e nel silenzio di una scadenza contrattuale, una convenzione di un Segretario Comunale, per la sottoscritta non rappresenta una negazione di professionalità, tanto meno un elemento discriminante, ma tengo a ribadire ancora una volta che le direttive di un'Amministrazione Comunale, che possa anche minimamente assurgere ad un Rango Istituzionale, devono essere improntate alla chiarezza e alla definizione della legalità, volta allo scopo finale, ma soprattutto definite nel tempo e nello spazio, e lo scopo finale è esclusivamente quel fattore che rende il benessere di una INTERA Collettività.
Solo così, esclusivamente così, l’elemento burocratico può "funzionare" attraverso una indispensabile sinergia.
Nessun funzionario o dirigente o responsabile di servizio potrà condurre, secondo una tempistica accettabile, muovendosi tra i legami e tra le maglie farraginose delle nostre leggi, ciò che è approssimativo e nebuloso nei contorni, a meno che tale modus operandi non sia volutamente approssimativo.
Nel caos c'è disordine e dove c'è disordine non ci sono regole precise, e dove non ci sono regole precise le scelte spaziano, ritenendole tutte legittime e tutti si sentono legittimati in questo.
Ma le cose non funzionano così.
Nessun dirigente, disinteressato, riuscirebbe a decifrare programmi/non programmi elaborati nella mente di chi li congegna senza linearità o seguendo percorsi paralleli, a meno che lui stesso non percorra in simbiosi la stessa via. L'effetto finale cambia poco, è nullo, quindi è un programma inutile.
E ciò è tanto più vero quando, nelle Pubbliche Amministrazioni, si alternano nel gioco delle Parti le diverse figure, e quando ciascuno cerca di portare a buon fine solo il proprio individualismo, inteso a 360 gradi, e adottando ogni risoluzione perchè questo avvenga.
E allora, quando ciò trova il benchè minimo ostacolo nella dirigenza, si cerca di stringere il campo negli elementi tecnici, ma con approssimativismo, superficialità di valutazione negli effetti di chi è destinato a subire le immediate conseguenze, ma sopra ogni cosa è incapacità di mettersi in discussione e di colloquiare.
Questo non appartiene ad uno status di Amministratore che si rispetti.
L'aver questo Segretario Capo chiesto più di una volta la funzione a responsabilità degli affari generali era esclusivamente perchè si potesse dotare il Segretario, le cui funzioni residuali sono indicate nel regolamento per gli uffici, di uno strumento di legittimazione e di operatività amministrativa, e comunque al di sopra delle parti.
Pur condividendo la Giunta Municipale inizialmente tale soluzione, ma solo in apparenza a mio giudizio, l’incarico non venne mai conferito, nè spiegazione in merito venne mai data, se si esclude quella fanciullescamente perlata del "risparmio economico", peraltro non rispettosa di un'alta professionalità.
Per contro si è dotato il Comune di San Vito Chietino di meccanismi di staff per i quali il risparmio economico non ha rappresentato alcuna variabile. Ma ciò rientra nelle rispettate scelte di campo di una Amministrazione.
Comunque, al di là dei futuri pensieri di un Sindaco e di una Giunta Municipale, tutto ciò ha comportato, così come normativa prevede, un ruolo da parte del Segretario Comunale di esclusiva consulenza di legge, peraltro ritenuta molto residuale per la Giunta Municipale, che in siffatto modo ha trovato spazio per una gestione diretta che già dal 1997 la riforma Bassanini ha escluso, e per le note motivazioni e condizioni.
I colloqui e gli incontri con le Parti al fine di definire gli itinera procedurali sono state per la maggior parte assolte senza coinvolgimento del Segretario Comunale e ci si riferisce alle attività preparatorie di operazioni amministrative, se si escludono rapide e superficiali informazioni di attività già espletate, peraltro non complete nei dettagli, mai rappresentate collegialmente e con dubbia formulazione di legittimo percorso amministrativo.
Ma anche queste sono scelte di una conduzione amministrativa da parte di una Giunta Municipale o di alcuni suoi rappresentanti, e sotto piena responsabilità.
Che di questo Segretario Comunale si sia sparsa voce di non collaborazione da taluni personaggi che, con deliberazione di Giunta che ad unanimità dei consensi ne ha cristallizzato la validità professionale, la dice lunga in merito ad un totale avulso di cognizione della scelta di un cambio al vertice burocratico.
Tale risoluzione non offre alcuna garanzia di "serietà" e alla garanzia di una non serietà amministrativa il passo è breve.
Ad un certo punto la Storia (con la S maiuscola) classifica le persone e grande, grandissima responsabilità morale è in coloro che, pur forse non condividendo tali impostazioni di vita amministrativa, ne consentono l’andamento omertosamente. I Comuni non possono trasformarsi in mercatini ortofrutticoli i cui venditori vendono nei loro banchi merce avariata modificandone l’etichetta.
Non è giusto ed è amorale nei confronti dell’utenza che rimettono in siffatti personaggi le loro aspettative legittime di cittadini, portatori di interessi ma soprattutto portatori di diritti.
Classifichino pure taluni consiglieri il mio intervento come ritengono, francamente non mi importa, perche qualsiasi giudizio potrebbe provenire da persone che non possono arrogarsi alcun diritto di denigrare nessuno o porlo in un giudizio professionale negativo, semplicemente perchè non ne hanno presupposti, essendo totalmente in mala fede o anche per personali retroterra che imporrebbero un diverso modo di relazionarsi verso l’esterno.
La coscienza di questo Segretario Comunale è totalmente in ordine, avendo sempre offerto disponibilità e come noto a tutti, dipendenti e cittadini, sedendo dietro la propria scrivania e con le porte aperte. Sono altri che chiudono le porte e a questo punto mi chiederei perche..
Ringrazio il personale dipendente tutto, i responsabili dei settori, degli uffici, il personale esterno, il corpo di Polizia Locale dell’Unione per aver accolto la mia persona gradevolmente ed essere stati insieme a me nell’analisi di un confronto professionale che si era avviato proficuamente in uno scambio soprattutto "umano" , di rispetto reciproco e nel senso di un'autorevolezza da loro stessi riconosciutami spontaneamente.
Ben noto ad essi il disagio operative di questo Ufficio, cosi come ben noto a quegli assessori che pur lo hanno condiviso con connotati ambigui, in un gioco di patetica sottile ironia ma solo verso la loro stessa persona.
Mio disagio lavorativo determinato dal richiedere fermo rispetto delle regole e uniformità di comportamento e correzione di procedure avviate o d'impulso.. o forse mal suggerite..
Disagio forse meno noto al Sindaco con il quale, pur rivendicando, anche a mezzo scritto, colloquio e compresenza, questo Ufficio ha intrattenuto sfuggenti occasioni di incontro e di concertazione, come invece dovrebbe essere tra un Sindaco e un Segretario, peraltro da lui stesso nominato.
Questo rammarica, avendo io offerto ampia disponibilità in tal senso e chiedendo sempre incontri settimanali con la Giunta Municipale nella sua collegialità e per i quali ad onor di verità solo l’ass. Daniela Giuliante ha dato sempre positivo riscontro con la sua collaborazione e supporto.
Di “professione" e non di mestiere io faccio il Segretario Comunale, continuo a credere nel mio lavoro fermamente, faticoso e difficile, in cui, come dice un mio collaboratore, ci vuole tanta, ma tanta pazienza che qualche volta e umano che scappi, lavoro questo di ampissima competenza legale e credo nell'arricchimento professionale ed umano, da mettere a disposizione e servizio di chi saprà coglierlo ed avvantaggiarsene a beneficio di una Collettività, giammai nell' interesse di gente senza connotati di identità amministrativa, e per quanto collegialmente o individualmente larvate di un perbenismo inesistente.
Per questo invito vivamente e fortemente i miei collaboratori ad andare sempre nella ricerca del perchè, del come e del fine nelle procedure che devono attuare, nel rispetto delle direttive di un'Amministrazione, ma principalmente nel rispetto delle leggi.
Solo così saranno PROFESSIONISTI e PROFESSIONALI, altrimenti saranno dei mestieranti con poca dignità di impiego e non avranno diritto di reclamare il rispetto dal cittadino. La stima si guadagna sul campo, giorno per giorno, non è per tutti e non è da tutti.
La dignità professionale va difesa, a discapito di tutti e contro tutti coloro che, non conoscendone il significato, per interessi diversi, personali, di ordini di scuderie, cercano di imbrigliarla con la pseudo forza di una legittimazione ritenuta tale, ma che tale non è, e che non avranno mai, perche la legittimazione nasce da un Ruolo che si acquisisce solo ed esclusivamente sul campo. Ogni giorno.
Questa è LA DIGNITA' che distingue il QUELLO dalla Massa.
Questo è il mio saluto per i dipendenti comunali tutti, nessuno escluso.
Un saluto ai consiglieri comunali che siedono al mio lato sinistro e che vengono definiti di minoranza, ma per me di assoluta pari dignità di status, come legge mi comanda, che dopo un primo iniziale approccio verso un segretario "nominato", mi hanno conferito rispetto e stima in diverse occasioni.
Non me ne vogliano gli altri consiglieri e assessori che non nomino, ma ciascuno sa, e per se stesso il mio apprezzamento nei loro confronti, se e nella misura in cui ne sussistono i presupposti.
Le regole del gioco delle Parti sono fatte cosi, se tali sono, vanno osservate, soprattutto quando l’onesta intellettuale e la professionalità non nascondono ombre e fantasmi decisionali sui quali taluni, pur creandoli confusamente poi vi scivolano rovinosamente.
Sono certa che qualcuno giudicherà "politico", inopportune e travalicante, da arringa tribunalizia il mio intervento e il mio saluto, ma chi lo giudicherà tale, certamente ha una visione anacronistica della figura del Segretario Comunale, che certamente confonde con quella del Segretario del Sindaco o di un Assessore che di fatto fa le veci di un Sindaco, non avendone investitura formale, ma tale visione non è conforme alla normativa, che da più di 10 anni ha voluto la massima figura di vertice burocratica del Comune perfettamente inserito e partecipe dell'attività politico amministrativa dell’Ente, tanto da renderlo di nomina sindacale.
Ritengo infine, in qualità di soggetto partecipante al Collegio (e non solo verbalizzante) ai sensi di legge, di accludere tale saluto alla deliberazione consiliare, come è mio diritto, anche se ritengo che un Segretario Comunale debba astenersi dall’attribuirsi immagini ed esteriorità. Ma in questo caso ho fatto una eccezione.
Sarò forse quel maledetto granello che ha fatto inceppare il meccanismo..? Credo di si.

Dott.ssa Conti Gabriella - Segretario Comunale Capo.
San Vito Chietino 22.06.2011

Che dire? Ci asteniamo dai commenti, così come hanno fatto in Consiglio il sindaco e gli assessori, palesemente in imbarazzo dinanzi allo svelarsi della loro approssimativa e raffazzonata gestione della cosa pubblica.
Ci teniamo soltanto a ricordare che la dott.ssa Conti, stimata professionista, era stata fortemente voluta dall'attuale maggioranza che tacciava la precedente Segretaria di simpatie di sinistra...

mercoledì 8 giugno 2011

PERCHE' SI: QUESITO 4

QUESITO 4 - SCHEDA VERDE

Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51 in materia di legittimo impedimento del presidente del Consiglio dei ministri e dei ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte costituzionale. Ecco il testo.

«Volete voi che siano abrogati l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, nonchè l'articolo 2, della legge 7 aprile 2010, n. 51, recante «Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza»?».

Votando SI si cancella interamente la legge 51 del 2010 che ha introdotto per premier e ministri la possibilità, per legittimo impedimento, di disertare le aule di giustizia.
La stessa legge, tra l'altro, è stata dichiarata parzialmente incostituzionale dalla Corte Costituzionale.

VOTIAMO SI PER UNA LEGGE UGUALE PER TUTTI.

PERCHE' SI: QUESITO 2


QUESITO 2 - SCHEDA GIALLA

Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma

«Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?»

Con questo decreto si va a caricare sulle bollette dei cittadini un 7% di profitto garantito sulla tariffa, a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento alla qualità del servizio offerto.

VOTANDO SI POSSIAMO IMPEDIRE DI FARE PROFITTI SULL'ACQUA.

PERCHE' SI: QUESITO 1



Esaminiamo i vari quesiti referendari sui quali dovremo esprimerci il 12 e 13 giugno.

QUESITO 1 - SCHEDA ROSSA:

Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione

«Volete voi che sia abrogato l'art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall'art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia" e dall'art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea" convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?»

Votando SI a questo quesito referendario si va ad abrogare l'art 23bis della legge 133/2008, che stabilisce come modalità ordinaria di gestione del servizio idrico l'affidamento a soggetti privati o pubblico-privati (con quota privata almeno al 40%).
In pratica il governo Berlusconi vorrebbe obbligare per legge l'ingresso del capitale privato nella gestione degli ATO, mentre ad oggi 64 ATO su 92 sono a capitale totalmente pubblico.

POSSIAMO MANTENERE L'ACQUA PUBBLICA VOTANDO SI.